Mese: Settembre 2020
L’anno della scimmia di Patti Smith
Finito, ora, con lacrime al seguito. Mi è piaciuto tanto nonostante il primo lunghissimo capitolo che ho faticato a leggere ma il resto mi ha preso il cuore. Patti Smith ha scritto questo libro per metabolizzare il dolore per la perdita di due cari amici. La morte ha visitato spesso la sua vita in maniera talvolta molto prematura.
Così tra il sogno e la realtà lei fa il bilancio dei suoi 70 anni che sente come un giro di boa, un momento di riflessione. Poi inizia la pandemia, dall’anno della scimmia a quello del topo e tante aspettative naufragate, anche in lei c’è molta speranza, dettata anche da grande fede.
Poi il lockdown in Italia e così finisce il libro e io piango perché, ad oggi, leggere su un libro di quello che ancora stiamo attraversando, rappresenta come l’apertura della valvola di una pompa per innaffiare le piante. L’acqua le mie lacrime. Grazie Patti. Piangere fa sempre bene. ❤
Lisbona
Lisbona, la città della notte acciottolata. […] Lisbona è una città perfetta per perdersi. Le mattine nei caffè a scribacchiare sull’ennesimo taccuino, ogni pagina bianca che offre una via di fuga, la penna al mio servizio, fluida e costante.
(L’anno della scimmia, Patti Smith.)
Foto mia. Tutti diritti sono riservati.
Lo scrittore
“Lo scrittore deve conoscere talmente bene i suoi personaggi da poter accedere al contenuto dei loro sogni “, stava dicendo Ernest.
“Chi crea i sogni? ” ha chiesto Jesús.
“Be’, chi se non lo scrittore?”
“Ma lo scrittore crea i sogni dei personaggi o trasferisce loro dei sogni veri?”
“È tutta una questione di trasparenza,” ha detto Ernest.
“Vede dentro loro crani mentre dormono. Come se fossero di cristallo.”
Da L’anno della scimmia di Patti Smith