Era seduto al suo solito tavolo, quello affacciato sul corso principale.
Gli piaceva guardare fuori e farsi ammirare.
La nuova cameriera era incuriosita da quella presenza costante, dai libri, dai quaderni scritti fitto fitto e dagli occhi azzurri che le si piantavano nel cuore tutte le volte che l’uomo ordinava il caffè.
“Eccolo, anche oggi è lì”, pensava mentre sfaccendava al bar.
“Scrive su un quaderno color amaranto con una penna che sicuramente costa un occhio della testa. Eppure non sembra ricco. Sarà uno scrittore? Forse un regista? Legge sempre libri sul teatro.”
“Signorina che fa dorme? Questo caffè me lo prepara o no?”.
La cameriera si destò dal suo romanzetto personale e si affrettò con l’ordinazione.
Liquidato lo scocciatore continuò a scrivere i suoi pensieri.
“Sta parlando al telefono, mi sembra alterato, quasi quasi vado a pulire il tavolo lì vicino”.
Si avvicina e porge l’orecchio.
“Deve essere una donna, la sua? No, forse l’amante. Le sta propinando un mucchio di scuse. Caspita mi sta guardando, che figura!”
L’uomo chiede gentilmente un caffè.
“Questi sì che sono modi eleganti non come quello di prima!”
Sorrisi di intesa e il caffè arriva in un baleno sotto gli occhi dello scocciatore che era ancora lì a gustarsi il suo caffè ritardatario.
“Continua a parlare, forse l’ha liquidata finalmente. Sbuffa. Prende la tazza. No, non la prende, l’accarezza dolcemente come fosse il viso di una donna, la gira verso di sé e la porta alla bocca. Che tazza fortunata!”
L’uomo raccoglie le sue cose e passa dal bancone per pagare. Poi esce.
La cameriera si accorge che il quaderno amaranto è rimasto sul tavolo. Furtiva lo raccoglie e lo nasconde nella borsa.
“Domani glielo restituisco ma intanto passerò la notte con lui”.
Lab di scrittura riSTORYanti a cura di Colori Vivaci – tenuto da Antonella Petrera