Letteratura
Uno spettacolo per Faragola
Papao di Luca Pipitone
La resilienza del tatto di Francesca Piccoli
Un cerchio di cinque anime
Da Robert e Pete
“Essendo mortale”, dichiarò, “io invecchio. È una delle condizioni della vita in questa dimensione che l’esistenza debba avere un inizio e una fine. Le membra perdono agilità, i muscoli diventano più fibrosi, le ossa si calcificano, lo spirito manca di freschezza, la capacità di meravigliarsi è sempre meno frequente. E tuttavia, ogni volta che ricomincio a scrivere, Io cammino come prima, come Dio nel Paradiso Terrestre, nell’ora più fresca del giorno”. Da Nina di Robert Nathan.
Illustrazione di Pete Revonkorpi “The writer and the reader”
Il violoncello Mara racconta
“Il mio status di star che non invecchia mi ha dato il vantaggio di essere risparmiato dagli strimpellatori in orchestre qualsiasi, così come dagli spacconi arricchiti e dai dilettanti volenterosi – un destino che tutta la mia grande e anonima parentela mi invidia. Perciò, che i miei ammiratori esagerino tutto sommato mi rallegra. E come nuotare nel velluto. Il fatto che si cerchi di evitarmi gli sbalzi di temperatura mi vizia come fossi un bambino, e questo alla mia età. È una gran bella cosa. Sono felice. Sono ciò che in mano al virtuoso rende perfetta la musica. E’ questa per uno strumento è la beatitudine.”
da Mara – Autobiografia di un violoncello di Wolf Wondratschek.
Da Il grande Gatsby di F. S. Fitzgerald
“I suoi occhi grigi, sforzati dal sole guardavano dritto davanti, ma lei aveva intenzionalmente cambiato di direzione al nostro rapporto, e per un momento pensai di amarla .
Ma io penso con lentezza e sono colmo di regole interiori che agiscono come un freno sui miei desideri, e sapevo che prima dovevo sbarazzarmi definitivamente di quell’impiccio che mi ero lasciato dietro.”
Ancora non riesco a farmi una opinione di questo libro, mi aspettavo di più…mi ha preso solo a metà lettura…vedremo come finisce. Il film non l’ho visto ma sarà chiaramente la tappa successiva!
Maternità di Paolo Cilfone
Sempre tu mare…
“Sul bagnasciuga mi lascio sfiorare dall’acqua, lascio che mi lambisca i piedi, le caviglie, i polpacci in un lento e delicato massaggio. Mi accovaccio per guardare più da vicino il fondale indecifrabile nel buio della notte. Poi definitivamente decido che rimarrò lì, seduta sulle piccole onde scure che ora abbracciano il mio corpo, accarezzandomi i fianchi e la vita. Ho voglia di immergermi completamente in quel liquido tiepido e nero come l’inchiostro e farmi coccolare dalle onde lente sinuose, fino ad addormentarmi dolcemente fra le braccia di Nettuno. Puntini luminosi colpiscono il mio sguardo fino alla linea dell’orizzonte: sono le barche dei pescatori, persi nella loro grande solitudine. Fasciati dal buio e dalle onde, in attesa che le loro fatiche siano compensate all’indomani, quando le luci dell’alba regaleranno loro un lauto bottino che garantisca alle loro famiglie un giorno in più da essere vissuto.”
da “La fatica di essere amata” di Rossella Pompilio.