Ho perso un po’ di tempo a studiare
nella mia vita,
anche troppo,
e chissà se poi ne valeva davvero la pena
sapere tutte queste cose che so,
probabilmente no.
Mi ricordo che una volta Schiller disse,
dopo che per anni e anni
aveva studiato filosofia,
che chissà a cosa gli era mai servito
riflettere così tanto sulla poesia,
“Per scrivere poesie: a nulla”,
disse a se stesso,
e smise da quel momento in poi di studiare.
Io invece continuo,
anche se a scartamento ridotto,
anche se so da tempo
che non serve a niente.
Quando vedo un giovane che si laurea,
mi fa pena,
“Chissà che se ne farà ora
del suo pezzetto di carta”, mi dico.
Io non me ne son fatto niente,
come tanti della mia generazione.
So come funzionano tante cose,
ma non ci faccio niente,
non so cambiarle,
perché ho imparato a mie spese,
che cambiarle è impossibile.
Se gioventù sapesse
se vecchiaia potesse, si dice.
Se avessi saputo da giovane
quello che so ora
non avrei studiato niente,
son sicuro
che ora sarei 1000 volte più sapiente,
e soprattutto sarei 1000 volte
più bravo a scrivere.
Eppure i libri li amo
e non posso fare a meno di loro
per vivere.
“Che fatica scrivere
anche il più brutto di loro”, penso
e so sulla mia pelle quel che penso,
e così mi diventa prezioso,
molto più che il denaro
che per esempio mi costa
per comprarlo.
Ma non esistono libri brutti,
perchè ogni libro contiene
la parte più bella dell’anima
di colui che l’ha scritto,
e forse sarà per questo che ho studiato
così tanti libri:
ho conosciuto tante anime care…
buone, forti, incredibili…
e per un mistero che non so spiegare
mi sembra di essere diventato pure io
buono, forte, incredibile…
E tutto sommato, anche se non è servito
assolutamente a niente,
son contento di aver studiato così tanto
nella mia vita,
anche troppo…
(Giuseppe d’Ambrosio Angelillo)