Ieri si è parlato molto della Giornata del Rifugiato, argomento gettonato in questo periodo storico. Per quanto non creda in queste “giornate” dedicate a taluna cosa piuttosto che ad un altra, spero davvero che, come scritto nel link che allego al post, nel 2018 si possano seriamente prendere misure opportune per arginare e per aiutare, al fine di garantire il bene di tutti.
Intanto pensando ai barconi, ai naufraghi e alle loro solitudini sono un paio di giorni che ho in mente questa poesia, tratta dal libro “Geometrie di Solitudini” di Paolo Cilfone.
Corpi:
echi e profondità.
Inermi, svuotati
templi abbandonati.
Corpi immaginati…riflessi
Vanità.
Corpi come vittime,
martoriati, trafitti.
Corpi liquidi, atomi di parole.
La notte s’appoggia sul mio corpo.
Nebbia rarefatta.
Profumo di silenzio.