Era lì, fuori dalla Chiesa, con due calici e la bottiglia del mio vino rosso preferito.
Avevo ancora la candela della Candelora accesa e due lacrime si fecero strada sul mio viso. Non so perché.
La cerimonia della luce mi aveva commossa o era stata quella sorpresa a farlo?
Ho letto da qualche parte che bisognerebbe meravigliarsi più volte nell’arco di una giornata.
Sarebbe bello riuscirci, pensai.
Quel giorno però fu stranamente facile farsi avvolgere dalla fiamma e subito dopo dall’abbraccio del vino, versato lì, su due piedi.
Un aperitivo improvvisato a lume di candela nel parcheggio.
La gente ci guardava strano ma non mi interessava.
I miei occhi dondolavano curiosi tra il rosso smeraldo del vino e l’azzurro cielo del suo sguardo.
E quei calici poi. Dove mai poteva averli trovati?
Non feci domande. Alla fine quale importanza potevano avere certi dettagli.
Tutto intorno a me cominció a danzare. Effetto del vino? No.
Mi prese tra le braccia e iniziammo davvero a ballare, proprio lì.
Sul muretto la bottiglia di vino, ormai mezza vuota, e i calici se la ridevano ammiccanti. Giuro che li ho visti darsi delle gomitate reciproche!
Erano i nostri unici spettatori.
Mi sembrava tanto di essere Belle. Quello che non sapevo in quel momento è che stavo davvero ballando con la Bestia.
Dipinto di Loui Jover.
Lab di scrittura RistorIANTI a cura di Colori Vivaci tenuto da Antonella Petrera.