Entrai dentro casa di corsa, come una furia. Mi tolsi la scarpa col tacco, quella rossa, la mia preferita e la tirai contro lo specchio.
Lo ruppi in mille pezzi quel maledetto.
E poi…poi mi specchiai. Dal centro alla periferia del cuore mi osservai in quei triangoli rugosi, cicatrici che continuavano ad estendersi e a frantumarsi.
Il mio viso, i vestiti a brandelli, forse anche l’anima, forse ogni singolo organo del mio corpo. Mi sembrava di vederli.
Tutto era in frantumi e io cominciai a ballare.
Un ritmo lento, seducente, mai sentito prima.
Fu allora che mi resi conto di non essere sola.
Dallo specchio uscì lei. Il vestito a brandelli e il viso rugoso.
Al piede aveva la scarpa rossa, quello con cui avevo rotto il vetro, la mia preferita. La sua preferita.
Seguiva i miei passi, lentamente, eravamo un unico movimento fluente.
L’abbracciai. La volevo. Volevo lei, volevo me.
Sesta lezione del lab di scrittura Maledetti Vivaci.