Eri in città,
Al solito caffè.
Ti vidi dalla vetrina,
Rimasi a guardarti.
Ombroso,
Tremavi dappertutto.
Mi chiesi se avessi la febbre.
Bussai contro il vetro,
Volevo attirare la tua attenzione.
Sguardo perso nel vuoto,
Prigionia dei pensieri.
Non mi vedevi nemmeno,
Come potevi sentirmi?
Cuore in catene.
Costrinsi me stessa
Ad andare oltre.
Manuela Bellomo
In attesa della Primavera
A te luna che riscaldi
Gli spettri dell’Inverno
Mentre la Primavera
Lavora silenziosa,
Conta i nostri sospiri.
Stanchi e infreddoliti
chiediamo il verde alle foglie,
i colori ai fiori,
il tepore al sole.
Tu culli i nostri sogni,
bella luna
il tuo amante riscalda
i nostri cuori.
Uniti
nel vostro amore immortale
insegnate a noi mortali
cosa vuol dire amarsi.
Un minuto, un’ora, un giorno, una vita
sempre insieme.
Astri nel cielo.
Cos’è una preghiera?
Ho scattato questa foto in un chiesa di Firenze, durante una passeggiata. Non ricordo il nome della chiesa e non so se riuscirei mai a ritrovarla, so solo che questa immagine mi è rimasta nel cuore. Le parole di Paolo Cilfone non potevano far altro che completare la mia emozione.
Ascoltami
Ci sono oggetti
Che raccontano storie.
Ti guardano
E ti chiedono
“Ascoltami”.
Sono storie
Di pregiudizi,
Di cuori non accolti,
Di verità incerte.
Ci sono oggetti
Come parole in volo.
Spiriti liberi
Come coloro da cui
sono arrivati in dono.
Ed é di nuovo Primavera.
Il nostro andare
Ci vedremo un attimo,
la sera,
Nella polvere.
Noi.
Due anime vagabonde.
Uno zaino di pelle nera,
Una tracolla di perline colorate.
Pesanti di sogni, speranze, gioie e dolori.
Ci incontreremo nel non luogo,
Un giorno,
Così d’improvviso.
Apriremo i fardelli,
Disporremo tutto innanzi a noi.
E saranno penna, inchiostro e fogli bianchi,
Sarà un racconto il nostro andare.
Foto di Jonathan Carroll
E fu di nuovo inverno
Decise la partenza.
Montò in macchina.
In un battibaleno a gran velocità.
Davanti di colpo.
La possibilità di sfogarsi ai margini estremi.
Era l’ultima volta che lo vedeva.
La sua sagoma alle spalle
La strada davanti a lei.
Lacrime,
come pioggia al vento,
Rigavano le sue guance.
La penna di lui scriverà così
La sua prossima storia.
La penna di lei
stava già scrivendo
la sua nuova vita.
E fu di nuovo inverno.
Il giorno di Capodanno
Rimasi a fissare
Le braci nel camino.
Alcune spente si addormentano
Esauste del loro compito.
Altre bruciano ancora
Di desiderio, di cose da dire,
Esperienze da fare.
Domande si compongono
Nella mia testa.
Quelle braci devono ardere ancora?
Sono tramite di capitoli
Ancora non scritti?
Risposte in attesa
Nel giorno di Capodanno.
Emozioni a sorsi
La mia vita,
inatteso e inaspettato
cocktail.
Mi sorride dalle bollicine dello Spritz.
Mi deforma nel ghiaccio
della Coca Cola.
Questa vita,
che ha per me parole dolci o secche,
per ogni coppa di spumante con cui la festeggio.
Questa vita che preferisco nella birra
seduta davanti al mio mare,
a cui brindo col Prosecco
nei bar eleganti del centro.
Bella, pazza, straordinaria anche nei giorni tristi,
questa vita.
La mia,
che in ogni sorso mi regala emozione.
L’antro della strega
Quando la strega
Esce dal suo antro,
L’anima bella
Trema.
Non c’è però timore
Nel fremito della sua luce.
Solo l’anelito
Alla pace e alla bellezza
Nutrono il suo cammino.
Nella notte,
Il ghigno della strega
Si fa più insistente.
Il vento spezza
I rami del ciliegio.
Intrecci secolari
Da difendere.
L’anima lo sa,
Se dovrà combattere
É pronta,
ancora,
E ancora una volta.
Amore ne vale
Sempre la pena.
Nebbia
Brancolavo,
Avvolta nella nebbia inquieta.
Intorno a me
Solo pomelli luccicanti,
Bramosi
Della mia mano aperta.
Avrei gioito e lottato con lei,
Le sue rughe sulla mia fronte.
Ma in un giorno di fitta nebbia.
Avevo perso le tracce di me.