Poesia

Surrealismi poetici che mi piacerebbe saper disegnare e che non riesco a non amare…Dalì e Magritte avrebbero intriso i loro pennelli in queste parole e io riesco anche a immaginare il dipinto che avrebbero realizzato. La poesia talvolta è così un surrealismo di parole. Grazie per questo dono.

Tromba e violino
si misero d’accordo e
di notte attraversarono
la strada sulle strisce pedonali.

E tutti i clochard si svegliarono per vedere la scena.

L’aquila si alzò con il solito mal di testa
ancora uova da sbattere e nessun uovo sodo
da preparare.

E tutti gli uccelli smisero di volare per vedere la scena.

L’albero si staccò dal vaso e invitò
l’ultima foglia a ballare un valzer
entrambi nudi.

E tutte le piante rosicarono per vedere la scena.

Il frigo staccò la spina e declamò a gran voce
che ama le isole tropicali; prese la borsa frigo
e scappò dalla cella frigorifera.

E tutti i cubetti di ghiaccio si sciolsero per vedere la scena.

Io mi alzo la mattina,
lavo i denti alle sillabe, faccio la doccia alle parole
profumo le consonanti e vesto i pensieri da Zara.

Son fatti così i miei coinquilini;
li amo con i loro tic e sorrido
quando sistemano il letto.

Quando racconto di me
sbadigliano e poi si girano
a guardare fuori dalla finestra.

Per fortuna
ci siete voi che mi amate
e sbadigliate senza farvi vedere.

Paolo Cilfone

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Poesia

Non è facile custodire tutto nel cuore,
Maryam.
Gli adali della vita scorrono lungo le tue minute spalle.
Le radici della promessa hanno già le foglie rigogliose,
invece.

I tuoi brevi anni:
Madre/ sposa
Figlia di tuo figlio.

Tutto germoglia nel silente cammino
scivolano via le parole risuonate, i ricordi spezzati.
Gli echi delle ombre sono giù nelle vallate.

E d’improvviso le capanne di Betlemme
si innalzano davanti ai tuoi occhi
e il tuo cuore è colmo dal richiamo filiale.

Il tuo corpo vibra e s’accende d’infinito
accolto dalle gelide pietre d’un angolo di grotta
ma protetto dalle caldi braccia del tuo sposo.

Emunàh in Maryam
Emunàh in Maryam

E’ il tempo del Figlio.
La promessa fatta carne,
del tuo muto e fecondo gemito

che scioglie le distanze dal cielo e
cancella le tenebre che ci impedivano di farne parte.
Dal si della prima donna ne fummo cacciati
dal tuo si ne facciamo parte.

Amèn Maryam
Così sia Maryam

Paolo Cilfone

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Blog, Spiritualità

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Ho sentito parlare per la prima volta di Gianna Jessen leggendo il libro Bianco Sangue di Paolo Cilfone, uscito ad agosto, in cui si parla dell’interruzione di gravidanza in termini molto vicini, se non uguali a quelli che Papa Francesco ha utilizzato in questi giorni, ossia in termini di Misericordia…nella vita le cose non succedono mai per caso. Questo libro, che poi è un copione teatrale, è stato donato ai lettori in un momento in cui forse, davvero fino in fondo, si possono comprendere queste parole:

“L’aborto è un gesto non un interruzione.
Chi nasce non muore.
L’aborto non avrà la sua vittoria”.

Nei prossimi mesi, assieme a Paolo Cilfone, mi adopererò affinchè questo messaggio passi con i nostri umili mezzi, la comunicazione, i reading teatrali e lo spettacolo teatrale completo. L’anno della Misericordia è terminato ma ha dato a tutti noi la possibilità di imparare qualcosa da mettere in pratica ogni giorno nella nostra VITA, quella VITA che noi possiamo vivere, che la Jessen riesce a vivere nonostante tutto.

Intanto vi invito a leggere questo link per conoscere qualcosa in più della Jessen che ha iniziato un tour italiano per raccontare la sua toccante storia:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-miracolo-gianna-jessen-sopravvissuta-allaborto-18193.htm

ItaliaNotizie

Giovedì 20 Ottobre alle ore 21, nell’ambito della I edizione del Festival delle Arti “Luccica” nei pressi di Bari (Puglia), sarà presentato l’ultimo lavoro dello scrittore Paolo Cilfone, Bianco Sangue. Assenze e presenze materne.

La presentazione si svolgerà presso il CEA WWF Masseria Carrara, situato nella Zona Industriale di Bari-Modugno, e sarà accompagnato dal reading teatrale dell’attrice Francesca Di Cagno.

L’ultimo lavoro di Paolo Cilfone, già presentato in anteprima ad agosto durante la rassegna Libri nel Borgo Antico di Bisceglie, è un testo teatrale che inaugura con “Luccica”, quella che è la sua collocazione ideale, il palcoscenico. Dalle pagine del libro le emozioni si trasformano in voce e gesti, anticipando lo spettacolo vero e proprio, la prima pièce teatrale, di cui Cilfone firmerà anche la regia.

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Poesia

Mentre il vento bussava alla mia finestra
milioni e milioni di stelle
formarono un unico mantello
che si posò sulle spalle del cielo

e io mi sentii riscaldato e protetto
e io mi sentii amato e prescelto
e io mi sentii una di loro.

Una stella.

(Paolo Cilfone)