Blog

Un giorno della mia infanzia

Non è mia abitudine vivere nel passato ma desidererei tanto tornare all’epoca di questa foto, scattata a casa dei nonni, per poter vivere almeno un giorno della mia bellissima infanzia. Andavo molto spesso a casa dei nonni e altrettanto spesso pranzavo lì, specialmente in concomitanza della nascita di mio fratello.

La mattina io e il nonno andavamo a fare la spesa. Mi sembra ancora di sentire nitidamente la voce della mia adorata nonna che, tra il finto severo e il rassegnato, diceva al nonno:”Non comprarle le patatine!”.

Il nonno però proprio non riusciva a resistere e, dentro il panificio in via Re David, che tutt’oggi esiste ancora, anche se ha cambiato gestione, difronte alla mia richiesta di una busta di patatine, mi accontentava sempre.

Le patatine all’epoca contenevano le sorprese ed era questo che mi attirava tanto di quelle buste colorate, la scoperta del contenuto.

Ricordo ancora una delle sorprese, era un alberello magico con tanto di piccolo vaso. Lo si montava e, a contatto con l’acqua, l’alberello fioriva. Non so per quale marchingegno ma era una sorpresa bellissima vedere vicino a rami questi minuscoli fiorellini sintetici.

Poi insomma arrivava il momento del pranzo e io, nonno e nonna ci si metteva a tavola. Iniziava la gara a chi finiva prima di mangiare tra me e il nonno. Ogni metodo era buono per farmi mangiare tutto! E poi c’era il premio, un dito di vino rosso, mescolato con l’acqua naturalmente. Se oggi adoro il vino rosso lo debbo a mio nonno. Ogni volta che alzo un calice e a lui che mentalmente brindo, alla sua salute eterna lì in cielo.

Il nonno aveva una stanzetta off-limits, dove sentiva le partite. La domenica pomeriggio, dopo il pisolino, si chiudeva lì dentro con la sua schedina del Totocalcio, a volte giocata, altre volte no, accendeva la radiolina e guai a disturbarlo. Vabbè a me era consentito, in silenzio, discretamente, di sbirciare. Era una stanzetta piena di cianfrusaglie con cui il nonno si dilettava perchè, come gli uomini di una volta, aveva le mani d’oro.

In quella stanzetta costruiva anche tante cose per me. Per es. una culletta di legno per la bambola con il carillon, quando si girava la chiave si muoveva come un neonato nella sua tutina rosa, era bellissima, la ebbi in dono durante il mio ricovero in ospedale, e il nonno le fece un lettino che io poi decorai con fiorellini e farfalline. Tra le tante cianfrusaglie in quella stanzetta c’era una mia foto in bianco e nero, col culetto da fuori, dopo il bagnetto, tutta gongolante e sorridente. Era lì tra le sue cose, sempre innanzi agli occhi. Oggi è nelle mie mani, logora, strappata ma la conservo come fosse un tesoro.

Non mi è stato fatto dono di un figlio e non so se succederà mai ma farei di tutto, proprio di tutto, per dargli l’infanzia felice che ho avuto io. Circondata di amore e premure ma mai viziata, nulla era dovuto, tutto guadagnato con tanto divertimento!

 

16998058_10212109718168269_1449233231453728069_n

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *